(Questo articolo era stato pubblicato inizialmente nel sottodominio italiano del mio blog in inglese, ma adesso lo sto trasferendo direttamente sotto il dominio principale).
Questa è la seconda parte del mio blog sul discorso del Presidente Spencer W. Kimball intitolato Gesù: Il Capo Perfetto. Questo è il link alla prima parte del discorso e questo è il link alla terza parte, Gesù: Il Capo Perfetto. In questa seconda parte esaminerò altri tre segmenti del discorso del presidente Kimball: Delega, Responsabilità e Saggio uso del tempo.
Delega
Gesù sapeva come coinvolgere i Suoi discepoli nel processo della vita. Egli affidava loro cose importanti e specifiche da compiere per il loro progresso. Altri dirigenti avrebbero cercato di essere così competenti su tutto che avrebbero cercato di fare ogni cosa da soli. Questo atteggiamento ha come effetto sugli altri uno scarso progresso. Gesù confida nei Suoi seguaci abbastanza da condividere con loro la Sua opera, affinché essi possano progredire. Questa è una delle più grandi lezioni che possiamo apprendere dal Signore sul modo di guidare. Se mettiamo gli altri da parte per far sì che un lavoro sia svolto più rapidamente ed efficacemente, certamente il lavoro verrà svolto nel modo giusto, ma senza lo sviluppo e il progresso dei nostri seguaci, che sono tanto importanti. Poiché Gesù sa che questa vita ha uno scopo e che siamo stati messi su questo pianeta per agire e progredire, il progresso diventa di conseguenza uno dei grandi fini della vita, oltre che un mezzo.
Dai miei primi giorni come membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ho visto questo principio in azione, in alcuni casi con migliori applicazioni e risultati che in altri, ma è un principio costante di azione nella Sua Chiesa. Alle persone vengono date responsabilità e opportunità di crescere attraverso incarichi e chiamate che consentono loro di svilupparsi, mentre servono gli altri.
Mentre può sembrare più facile e più efficace risolvere i problemi da soli invece di offrire opportunità di crescita ad altri, il modo in cui il Salvatore dirige la Sua opera è affidandosi ai Suoi servitori e dando loro le dovute responsabilità. Sicuramente potrebbe fare il lavoro da solo, ma sceglie di farci partecipare.
Penso ai giovani missionari che, all’età di 18 o 19 anni, vanno nel mondo per condividere il messaggio del Vangelo. La Chiesa non usa insegnanti religiosi professionisti per quel lavoro, ma seguendo le istruzioni del Salvatore, invia questi giovani missionari a fare il Suo lavoro. Mentre lavorano nella vigna del Signore, questi giovani missionari crescono spiritualmente, socialmente, e emotivamente in modi che non sarebbero stati possibili se fossero rimasti a casa.
Allo stesso modo, i vescovi e altri dirigenti nelle congregazioni della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni sono scelti tra persone che non sono sacerdoti professionisti. Attraverso il loro servizio, tuttavia, con il passare del tempo, imparare ad essere più efficaci e più simili a Cristo.
Gesù non aveva timore di chiedere sacrifici a coloro che guidava. La Sua guida non era condiscendente o tenera. Egli ebbe il coraggio di invitare Pietro e gli altri discepoli ad abbandonare le loro reti e a seguirLo, non dopo la fine della stagione della pesca, non dopo che avessero rammendato le reti, ma subito, sul momento. Gesù faceva sapere alla gente che Egli credeva in loro e nelle loro possibilità e pertanto Gli era possibile aiutarli a sforzarsi di raggiungere nuovi successi. Molte volte la guida secolare è condiscendente e, in molti casi, sprezzante dell’umanità perché tratta le persone come se dovessero essere tenute nella bambagia e coccolate per sempre. Gesù credeva nei Suoi seguaci non soltanto per ciò che erano ma per ciò che erano in grado di divenire. Mentre gli altri avrebbero visto Pietro come un pescatore, Gesù poteva vederlo come un grande capo religioso, coraggioso, forte, che avrebbe lasciato il segno su gran parte dell’umanità. Amando gli altri possiamo aiutarli a progredire, invitandoli a fare cose ragionevoli anche se impegnative.
Capire le potenzialità delle persone e aiutarle a svilupparle è una delle abilità più importanti di un grande leader. Il Salvatore è esigente, non per la Sua propria gloria, ma per aiutare i Suoi seguaci a raggiungere i lor obiettivi eterni, e per la gloria del Padre. È esigente perché ci sta insegnando a diventare come Lui, e questo obiettivo supremo non può essere raggiunto facilmente.
Molti leader non si fidano veramente dei propri seguaci, e vogliono semplicemente mantenerli in uno stato di euforia superficiale e usare il loro sostegno per raggiungere i loro obiettivi egoisti. In tutto questo, non c’è alcuna preoccupazione e amore per i loro seguaci, ma solo convenienza.
Responsabilità
Gesù insegnava che siamo responsabili non soltanto delle nostre azioni ma anche dei nostri stessi pensieri. È importante che ricordiamo questo principio. Viviamo in un’epoca che mette in rilievo «l’assicurazione senza colpa», come pure il comportamento umano «senza colpa». Naturalmente la responsabilità in questo senso non è possibile senza principi fissi. Un buon dirigente ricorda di essere responsabile verso Dio oltre che verso coloro che è chiamato a guidare. Riconoscendo la propria responsabilità si trova in una condizione migliore per chiedere agli altri di rendere conto del loro comportamento e della loro prestazione. La gente ha la tendenza a dare una prestazione all’altezza delle norme stabilite dai loro dirigenti.
Nella nostra epoca di relativismo, dove i principi cambiano a piacimento e per comodità, molti leader non si sentono responsabili di ciò che pensano e fanno, e allo stesso modo non ritengono responsabili i loro seguaci. C’è sempre una giustificazione o una scusa per cambiare posizione o per un comportamento inappropriato. I leader instabili attraggono seguaci instabili. Come disse Gesù,
Lasciateli; sono ciechi, guide di ciechi; or se un cieco guida un altro cieco, ambedue cadranno nella fossa.
Matteo 15:14
Saggio uso del tempo
Gesù ci ha anche insegnato quanto sia importante usare con saggezza il nostro tempo. Questo non significa che non debba mai esserci un momento di riposo, poiché anzi deve esservi il tempo necessario per la contemplazione e il rinnovamento dello spirito e del corpo, ma non deve esservi spreco di tempo. Il modo in cui amministriamo il nostro tempo conta molto, e possiamo essere buoni amministratori del nostro tempo senza essere né frenetici né prepotenti. Il tempo non può essere riciclato. Quando un momento è passato, è veramente andato. La tirannia delle banalità consiste nell’allontanare le persone e i momenti che veramente contano. I piccoli dettagli tengono in ostaggio le cose importanti; e troppo spesso permettiamo alla tirannia di proseguire. Una saggia gestione del tempo è in realtà una saggia gestione di noi stessi.
Se siamo responsabili della nostra vita e se vogliamo aiutare altri ad avere successo con la loro, dobbiamo usare adeguatamente il tempo. Più invecchio e più sono consapevole di dover fare costantemente delle scelte e stabilire delle priorità su come usare il mio tempo. Non è più semplicemente una decisione tra l’uso buono e cattivo del mio tempo, ma è la valutazione più complicata di ciò che costituisce un uso buono, o migliore o eccellente del mio tempo.
Come ha detto l’Anziano Dallin H. Oaks nel suo discorso, Buono, migliore, eccellente,
Dovremmo iniziare a renderci conto della realtà che, solo perché una cosa è buona, non è un motivo sufficiente per farla. Il numero di cose buone che possiamo fare eccede di gran lunga il tempo disponibile per compierle. Certe cose sono più che buone, e queste sono le cose a cui dovremmo dare priorità nella vita.
Però dobbiamo anche imparare a prenderci le pause necessarie dalle nostre attività, per ricaricarci e vivere una vita appagante con i nostri cari. Non molte persone alla fine della loro vita dicono “Non ho passato abbastanza tempo al mio lavoro”. I buoni leader dovrebbero riconoscere queste necessità nei loro seguaci e non richiedere loro di fare sacrifici estremi di tempo ed energie solo per gratificare il loro orgoglio ed i loro obiettivi egoistici.
Trackbacks/Pingbacks